Donald Trump apre alla possibilità di inviare missili Tomahawk in Ucraina se non si raggiunge una soluzione al conflitto.
Con il suo ritorno alla Casa Bianca, il presidente Donald Trump si trova nuovamente al centro della scena geopolitica globale. In una recente dichiarazione riportata dai media americani, ha affermato che, se non si troverà una soluzione al conflitto in Ucraina, potrebbe autorizzare l’invio di missili Tomahawk a Kiev. “Potrei dover parlare con Putin,” ha detto, “e dirgli che, se la guerra continua, potremmo inviarli.”
Queste affermazioni hanno scatenato una reazione immediata da parte del Cremlino, che ha definito l’eventuale invio dei Tomahawk un atto di aggressione. Trump ha però precisato che la decisione finale non è ancora stata presa e che intende prima confrontarsi con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sull’uso di tali armamenti. Ha inoltre ribadito che l’Ucraina ha un bisogno urgente di sistemi di difesa aerea Patriot per contrastare l’offensiva russa.

Il sostegno strategico degli Stati Uniti a Kiev
Parallelamente, il Financial Times ha rivelato che l’intelligence statunitense sta fornendo supporto attivo a Kiev per identificare e colpire le infrastrutture energetiche russe, come le raffinerie di petrolio. Questo tipo di collaborazione, intensificatosi dalla metà del 2025, ha permesso all’Ucraina di eseguire attacchi più efficaci ben oltre la linea del fronte.
Le conseguenze per Mosca sono tangibili: secondo il Financial Times, i raid supportati dall’intelligence americana hanno costretto la Russia a ridurre le esportazioni di gasolio e ad aumentare le importazioni di carburante, facendo crescere i prezzi interni dell’energia.
Missili Tomahawk: una nuova fase del conflitto?
I missili Tomahawk, con una gittata di circa 2.500 chilometri, rappresentano un potenziale salto di qualità nella capacità offensiva ucraina. La loro eventuale consegna, sotto l’amministrazione Trump, potrebbe alterare gli equilibri del conflitto. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito la minaccia “preoccupante”, pur affermando che tali armi non cambieranno l’esito della guerra.
Nel frattempo, il presidente Zelensky continua a sollecitare gli alleati occidentali per ottenere armi a lungo raggio e rinforzare le difese aeree. Ha avuto due colloqui telefonici con Trump in 48 ore e un confronto con Emmanuel Macron, per cercare un sostegno concreto in un momento che definisce “cruciale”.